(...) Il tempio era gremito come non mai, nonostante alcune sezioni fossero in rovina e persino le colonne create dagli stessi Numi portavano evidenti segni del terremoto di poche ore prima.
La gente mormorava sommessamente, continuando a guardare preoccupate l’orizzonte, non più familiare. Dal Grande Tempio di Olympia, posto in un colle al centro della città si riusciva a guardare tutto l’altopiano di Svorgrad ed in una giornata tersa perfino a scorgere con lo sguardo la città di Godshome, la residenza dei Grandi Dei.
Ma quel giorno il meraviglioso panorama non era fonte di pace e manifesto della grandiosità dei Numi e delle Divinità. Nessuno riusciva a guardare il panorama senza provare una tremenda stretta al petto, senza sentire l’angoscia salire.
A sud la cordigliera di Tonhir, una volta maestosa ed imponente, ora appariva ferita ed in rovina, come se un enorme gigante l'avesse presa a pugni. Al posto di una delle maestose cime ora vi era un cratere nero e malsano. 
Non era esplosa, non vi era stato un dispettoso leviatano che la avesse devastata per puro piacere. Un momento prima era perfetta e maestosa e dopo il terremoto era semplicemente così, come se fosse in rovina da decenni se non da secoli.
La una volta verde  e rigogliosa valle di Awelgrad ad est era costellata di grandi fortezze, costruite con pietra ed acciaio, con strane torri da cui si levava un fumo nero e pesante e tutta la vallata era avvolta in una sottile nebbia mista a fumo che le dava un aspetto malsano.
I monti di Raknar a nord sembravano quasi inalterati se non fosse per diverse torri di guardia mai esistite prima, finemente lavorate nella pietra, che si ergevano dai vari picchi. 
Solo il passo di Ulvorgrad a sud-ovest sembrava completamente inalterato, come se nulla fosse accaduto.
Ma la visione più destabilizzante, quella che gelava il sangue a tutti era nettamente quella ad ovest, verso la catena montuosa del Nithiel. Una volta essa cingeva Svorgrad assieme al Tonhir, come due maestore barriere che sigillavano l’altopiano dal resto del mondo, cime alte, eterne, rassicuranti.
Ora la catena del Nithiel era dominata da una città fatta di metallo rilucente. Strutture levitavano sopra la città, grandi come la città sottostante, ma senza sostegni apparenti, anch’esse di metalli lucidi e scintillanti. Lo sguardo attento poteva notare veicoli in moto costante tra l’isola fluttuante e la città sottostante. Alcuni di quei veicoli si staccavano dalle città e perlustravano l’altopiano, muovendosi rapidi e silenziosi come rapaci. Il paesaggio del Nithiel era distopico, con geometrie non concepibili dalle menti umane e la città stessa sembrava partorita dall’incubo di un geniale scienziato folle. Se qualcosa dovesse esser scelto come simbolo stesso dell’inquietudine generale, quello era la città in Nithiel.
D’un tratto la folla smise, il sommesso chiacchierio. Dalle stanze interiori del Tempio di Olympia comparve il Nume del Tuono, padre dei Numi di Olympia e sovrano indiscusso. ed al suo fianco, La Voce degli Dei, l’Arcangelo scelto come portavoce degli Dei Onnipotenti.
Se si era mosso persino la Voce in persona, la situazione doveva essere davvero grave. L’inquietudine iniziò a scemare in favore di una tenue speranza data dalla comparsa del Santissimo Portavoce degli Dei, colui che regge la mitra dell’Arciprelato della Ierocrazia.
I due si collocarono al centro del tempio, direttamente davanti all’Altare Olimpico. Dopo qualche istante di silenzio reverenziale, il Nume Olimpico chinò il capo in segno di rispetto per l’arcangelo e la Voce ruppe il silenzio .
“Miei cari Fratelli, adorati figli degli Onnipotenti, miei inestimabili fedeli…”(...)


 

L’era di Kor-07 è detta era degli Eroi; nel neonato mondo, nella città di Godshome, risiedono le Giovani divinità, che lo hanno plasmato a loro volere. Le razze create dagli dei abitano le Polis ed a capo di ognuna regnano i Numi, divinità minori legate al territorio ed alla Polis stessa. Il mondo è costellato di campioni, che si ergono a lottare per la loro fede contro le ingiustizie, spesso portando in loro stessi il sangue delle divinità.
In ogni Polis la religione è dominante e le guerre di fede sono scongiurate dalla ierocrazia, ovvero l’organizzazione che unisce i sacerdoti degli Veri Dei e li guida e li consiglia. A capo della ierocrazia vi è l’Arciprelato, carica ricoperta ad interim dalla Voce degli Dei, arcangelo portavoce scelto da tutte le divinità per la sua giustizia ed imparzialità. 
Tuttavia non tutti i Numi vedono di buon occhio l’ordine imposto dalla ierocrazia e qualcuno manovra attivamente per far crollare l’ordine imposto dalla Voce.